Gli alti e bassi dell’artista

Se ti dedichi all’arte, è molto probabile che la tua personalità sia diversa da quella di molte altre persone e che da bambino o da giovane ti abbiano criticato per il tuo modo di essere.

Il fatto è che gli artisti (scrittori, pittori, cantanti, illustratori etc.) hanno spesso una personalità fuori dal comune, a volte molto stravagante, sempre alla ricerca dei propri limiti (e di quelli degli altri), di come infrangere le regole, e con una sensibilità che non è sempre facile da capire per chi ci sta vicino.

Io per molti anni mi sono sentita incompresa e pensavo ci fosse qualcosa di sbagliato in me, finché non mi sono imbattuta in una coach che mi ha detto chiaramente che la mia personalità era artistica e che è normale che io sia così, dovevo solo imparare a conoscerla e a gestirne gli alti e bassi.

Ti racconto un po’ la mia storia…

conchiglia e spiaggia pixabay

Sono sempre stata ribelle e impaziente: a 3 anni e mezzo sono scappata dall’asilo, convincendo la mamma di un bambino che conoscevo a portarmi a casa dei miei nonni, perché avevo deciso che quell’asilo non mi piaceva e che non ci sarei più tornata; la mia felicità non è durata molto, i miei mi hanno mandata in un altro asilo più lontano da casa dal quale non sono più riuscita a scappare.

Ho lasciato la danza classica a 6 anni perché mi annoiavo a fare esercizi di stretching, io volevo già ballare con il tutù e le scarpe, all’epoca non avevo ancora compreso che le cose arrivano poco a poco. Alla stessa età ho iniziato a tenere un diario e un paio d’anni dopo a scrivere storie e racconti per far divertire i miei amici.

Ho sempre dato più importanza alle persone che ai risultati, anche se crescendo non ho sempre scelto in base ai miei valori, mi sono lasciata affascinare anch’io dalla possibilità di guadagnare di più, essere di più, arrivare lontano, etc. Credo ci passiamo tutti prima o poi e ci serve a capire chi siamo veramente.

Il fatto è che possiamo essere chi vogliamo nella vita e fare ciò che vogliamo, ma è importante che identifichiamo i nostri valori e viviamo in base a quelli, perché è l’unico modo di essere davvero felici e soddisfatti di ciò che siamo e facciamo.

tavolozza di colori

A scuola ero una distrazione continua per i miei compagni e la disperazione dei miei insegnanti: riuscivo a coinvolgere tutta la classe nei miei progetti creativi, persino i compagni più diligenti.

Mi ricordo che una volta, durante le lezioni di storia, ho scritto un racconto su come venivamo trasportati indietro nel tempo durante la lezione e ci ritrovavamo con Cleopatra e Marco Antonio. Ciascuno scriveva a turno un paio di pagine del racconto e poi passava il quaderno a un altro compagno. Siamo andati avanti per settimane, finché uno di noi non è stato “beccato”. Ma l’insegnante si è divertita tantissimo a leggere il racconto (mi ha restituito il quaderno solo a fine anno scolastico). L’ho conservato, ne vado molto fiera, è stato uno dei miei primi progetti di team work. Non è facile riuscire a coinvolgere così tante persone in un progetto tuo già a quell’età!

Ho sempre avuto tendenze imprenditoriali, se così si può dire: a 11 anni vendevo disegni (e più avanti ritratti) per corrispondenza. Mi facevo pagare in anticipo 5-10.000 Lire dell’epoca e mandavo poi il lavoro per posta. Conoscevo i miei “clienti” in vacanza, erano bambini o ragazzi di altre zone d’Italia e mi facevo pubblicità mostrando i miei disegni quando li conoscevo. Oggi direi ingegnoso, all’epoca non ero consapevole di quel che facevo. Sono andata avanti per un po’ di anni, direi che è stato il mio primo lavoro, e ho venduto anche lettere d’amore a scuola, soprattutto ai miei compagni.

Dagli 11 ai 18 anni scrivevo in media un racconto al mese e un romanzo all’anno, lavoravo senza sosta, ma in realtà per me era un divertimento; i miei amici leggevano quello che scrivevo e si divertivano e per me era la soddisfazione più grande. Registravo su cassette i racconti per chi non avesse tempo di leggerli e li ascoltavano con il registratore (ormai vintage) mentre andavano o tornavano da scuola. Sono stata una pioniera dei podcast, direi.

A 13 anni avevo il mio sito web e condividevo racconti e altro. Credo non esista più, sono passati tantissimi anni, ormai vado per i 35. Questo solo per dire che ero alla costante ricerca di qualcosa da creare, qualcosa attraverso il quale esprimere me stessa.

baby ballerina studio di danza

Gli anni bui sono stati per me dopo aver lasciato la scuola e quando si è sciolto il mio gruppo di amici: ho smesso di scrivere con passione, perché non avevo più un pubblico. Mi sono persa per strada e ho scelto cammini che non erano i miei. Tutto per ritrovarmi ancora meglio anni dopo e riprendere da dove avevo lasciato.

Ho imparato molte cose rileggendo ciò che scrivevo allora e credo che la nostra vera essenza stia proprio nelle cose che amiamo e facciamo da bambini, soprattutto gli artisti, perché conservano in maniera molto forte la personalità del bambino che sono stati.

Ho letto di recente il libro Non conta volere, ma volere contare di Paul Arden ed è molto interessante ciò che dice sulla personalità dell’artista e sul fatto che abbia sempre bisogno di ribellarsi a qualcosa. Mi ha fatto vedere con occhi nuovi le circostanze avverse della vita. Ho ritrovato concetti simili in un altro libro sulla vulnerabilità che ti consiglio assolutamente di leggere, è La forza della fragilità di Brené Brown.

L’ostacolo tira fuori la nostra parte più creativa e può essere addirittura una sfida personale che porta alla nascita di un artista. Di fronte alle circostanze sfavorevoli, l’artista crea qualcosa di unico. Sono esperienze che viviamo tutti, ma il creativo trasforma le situazioni sfavorevoli in opportunità.

Se ti sei identificato con ciò che ho scritto, forse potresti indagare un po’ più a fondo, scoprendo la personalità di altri artisti che sono vissuti prima di noi, per esempio Leonardo da Vinci, Oscar Wilde, Lord Byron, solo per citarne alcuni dei miei preferiti. Non concentrarti sulle opere, ma su com’erano. Ogni epoca ha ovviamente determinate caratteristiche che influiscono sull’artista, ma ti basti sapere che non c’è niente di sbagliato nel tuo modo di essere e forse questo ti aiuterà a sentirti meno solo.

Sapevi che solitudine e creatività sono strettamente connesse fra loro e che la solitudine può favorire la creatività e potenziarla? Leggi il mio post sull’argomento per saperne di più!

Buona settimana!

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