Oggi ti propongo un test facile e veloce da fare a casa per capire meglio come ti mostri agli altri, come ti vedi e come sei veramente.
Tempo fa ho svolto questo esercizio con una psicologa e mi è stato molto utile. Alla fine del post ti svelo anche qual è stato il mio risultato e che cosa ho deciso di fare con quello che avevo scoperto.
Questo test mi ha fatto capire che non mi stavo mostrando alle persone che avevo intorno come sono e che era proprio questo a causarmi tanta sofferenza. Quando ci nascondiamo dietro a una maschera per evitare il dolore del rifiuto, siamo noi i primi a soffrirne. E tutto quel dolore si potrebbe evitare.
Sei pronto? Ti servono solo carta, penna e 5-10 minuti del tuo tempo. Iniziamo!
Premetto che ci sono tanti test della personalità, ciascuno con uno scopo diverso, ma a me è piaciuto questo per la sua semplicità e chiarezza. Si può fare da soli e ci vogliono davvero pochi minuti.
Prendi carta e penna. Pensa a tre animali, senza rifletterci troppo su, e scrivili sul foglio, lasciando lo spazio per aggiungere, fra l’uno e l’altro, le caratteristiche che associ a ciascun animale.
Dovresti annotare almeno 10 caratteristiche ciascuno. Per esempio: bello, pericoloso, amichevole, tenero, peloso, grasso, esile, brutto, deforme, leggero, pesante, grande, enorme, piccolo, debole, forte, prepotente, furbo, stupido, simpatico, cattivo, lavoratore, scansafatiche, etc. Più caratteristiche scrivi su ciascun animale, più informazioni avrai su te stesso.
Fatto? Mi raccomando, non barare e non leggere il risultato del test prima di aver scritto i tre animali e le loro caratteristiche, altrimenti non funzionerà!
Ok, adesso vediamo il significato di ciascun animale.
Il primo animale e le sue caratteristiche rappresentano la percezione che gli altri hanno di te, cioè come ti vedono (che dipende molto da come ti mostri).
Può essere positivo o negativo, in base a ciò che hai scritto. Se fosse negativo, non disperare, anche il mio lo era, ma ho iniziato a cambiarlo poco a poco.
Il secondo animale si riferisce alla percezione che hai di te stesso, cioè come ti vedi. Questo è quello che a volte ci lascia più basiti, vero?
Il terzo animale, ta-dan, rappresenta… chi sei davvero.
Può essere che gli animali siano simili fra loro o abbiano tutti caratteristiche positive, in quel caso fantastico, ti mostri come sei. In caso contrario, com’è successo a me un anno fa, non disperare, perché diventare chi siamo davvero è alla portata di tutti.
Ecco il risultato del mio test. Sei curioso? Tieniti forte!
Il primo animale che ho scelto è stato il giaguaro, che io vedevo come elegante, affascinante, bello, misterioso, sulla difensiva, sinuoso, silenzioso, diffidente, egoista, solitario… insomma un po’ l’immagine negativa che molti hanno dei gatti, no?
Il secondo animale è stato lo squalo, un animale che mi ha affascinata e spaventata fin da bambina. E oggi so che quella paura era in realtà la paura di guardarmi dentro e accettare l’oscurità in me. Allo squalo associavo caratteristiche negative quali: pericoloso, predatore, impulsivo, calcolatore, solitario, etc.
Ma forse il bello viene ora, con il terzo animale. In realtà, ero indecisa fra due, anche se alla fine ne ho indicato uno solo, ma ti dirò entrambi: il cane e il cavallo. Molto diversi dai primi due, no? Soprattutto per le caratteristiche che io stessa associavo a questi animali: amichevole, affettuoso, simpatico, tenero, amorevole, capace di amare, da compagnia, da gruppo, dipendente dal gruppo, sensibile, di buon cuore, protettivo, autentico, positivo, etc. Insomma, tutte caratteristiche positive.
Si tratta sempre di un punto di vista: ciò che per me è positivo non lo è per un’altra persona, quindi per lo stesso animale potremmo indicare caratteristiche molto diverse.
Non avevo mai visto in maniera così chiara la percezione distorta che avevo di me stessa e come, di conseguenza, tenessi a distanza gli altri per evitare di far loro del male.
E poi ho analizzato e fatto un’autopsia delle mie paure, per capire da dove venissero e che cosa volessero da me, e mi sono resa conto che venivano da un’unica situazione nella quale, in base a qualcosa che mi era accaduto, avevo dato per scontato che sarebbe andata sempre così e adottato un comportamento basato su pensieri e credenze non reali. Ebbene sì, sembra facile a dirsi, ma per cambiarlo ci è voluto un po’ di tempo e dentro di me c’è ancora il cartello di LAVORI IN CORSO.
Ma in fondo, vivere significa proprio questo: confrontarci con le nostre paure ogni giorno e uscirne vincitori. E non importa quante volte cadiamo, ma quante volte ci rialziamo. Il “come” ci rialziamo non ha tanta importanza quanto vogliono farti credere, a volte ci rialziamo nell’unico modo che possiamo e va bene così.
Come si crea la percezione di chi siamo? Ne parliamo nel post di lunedì prossimo, non perderlo!
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