Ma allora io chi sono?
Sono la ragazza che piange, che si sente abbandonata, disperata, rifiutata, ignorata, che vuole averti a tutti i costi, che ti corre dietro e che non si dà pace… o sono la donna forte, indipendente, sicura di sé, soddisfatta, che sa che la sua felicità dipende solo da lei? Chi sono io? Sono una delle due o sono entrambe? Perché convivono in me? Perché nessuno mi ha mai spiegato come gestirle?
A volte, quando sento di aver raggiunto un punto di equilibrio e mi sento forte, concentrata su di me, lontana da pensieri negativi, allegra e felice indipendentemente dalle circostanze, in grado di affrontare qualunque tipo di dolore… ecco che riemerge lei, la bambina che non ho mai voluto vedere, la ragazza che ho cercato di negare, la donna con una ferita profonda da curare. Riemerge in qualunque persona incontri, proprio quando meno me l’aspetto, e diventa l’ombra che cerco di evitare, quella a cui non vorrei assomigliare, la mia verità scomoda…
Ho scritto questo pezzo autobiografico per introdurre il tema della dualità nascosta (a volte neanche tanto) in ciascuno di noi: siamo luce e siamo ombra, siamo buoni e siamo cattivi, siamo giusti e siamo ingiusti, siamo forti e siamo deboli… siamo entrambe le cose. Ciò che a volte chiamiamo “il lato oscuro” o “l’ombra” è parte integrante di ciò che siamo e, anzi, ci rende ciò che siamo.
Accettare il lato oscuro e farcelo amico dà una sensazione di pace interiore e serenità che pochi altri traguardi ci regalano ed è un passo fondamentale nel cammino verso l’amore per sé stessi.
Per molti anni ho cercato di negare l’oscurità che vedevo in me (e per oscurità intendo tutte quelle cose che non vogliamo ammettere nemmeno con noi stessi, i difetti, i comportamenti e gli atteggiamenti che non sopportiamo di noi, che ci fanno sentire deboli, fragili, vulnerabili), di allontanarla, forse persino di schiacciarla. Non avevo capito che bastava accendere la luce per trasformarla in qualcosa di bellissimo. Perché non si può allontanare l’oscurità semplicemente cercando di eliminarla.
A volte siamo romantici, a volte siamo freddi; a volte siamo affettuosi, a volte siamo indifferenti; a volte siamo migliori amici, a volte non ci sopportiamo; a volte siamo autentici, a volte fingiamo di essere chi non siamo. Oltre a tutti i difetti e alle imperfezioni che cerchiamo di nascondere agli altri e non vogliamo vedere nemmeno noi.
Il fatto è che luce e ombra giocano e si alternano dentro di noi e finché ci scontreremo con quell’oscurità e cercheremo di combatterla, sarà una battaglia persa, che ci porterà frustrazione, scontento, odio verso noi stessi (come posso accettare una persona che nega ciò che sono?), infelicità.
Se invece di continuare a combattere l’oscurità, accettiamo la sua esistenza e la esploriamo poco a poco, ascoltando le sensazioni ed emozioni che ci comunica, ci si apre un mondo del tutto nuovo. L’oscurità è buona e può venire in nostro aiuto nei momenti meno attesi. Aprirsi alla nostra ombra invece di combatterla e guardarla con compassione e amore è la strada giusta per iniziare ad amarla.
E, quando ami, niente e nessuno ti può fermare, sei pura luce.
Accendere la luce vuol dire che, restando consapevoli dell’oscurità, scegliamo di fare la cosa giusta, scegliendo di agire con amore e accettando il nostro dolore; vuol dire lasciare spazio al bambino che c’è in noi molto prima che diventi dispettoso per avere la nostra attenzione; vuol dire sorridere al nostro orgoglio e abbracciarlo forte, perché nessuno resiste a un abbraccio affettuoso, nemmeno l’ego.
Spesso, le azioni che definiamo o interpretiamo come “cattive” sono motivate da un dolore non accettato e non ascoltato, quindi, immagina cosa potrebbe succedere se iniziassi ad ascoltare e a dare spazio a quel dolore. Immagina quali miracoli potrebbero verificarsi nella tua vita e come le cose inizierebbero a cambiare in positivo.
Accettare l’oscurità vuol dire rendersi conto che non siamo separati da lei, ma che siamo la stessa cosa e che l’uno senza l’altra non potremmo esistere, come una rosa senza le sue spine. Accettare e vivere il nostro dolore e le emozioni negative ci permette di diventare più empatici, più compassionevoli e quindi più umani.
Abbracciare l’oscurità vuol dire arrendersi a lei, lasciare che ci inghiotta e fidarsi di lei. Arrendersi, insomma, a ciò che ci spaventa di più. È lì che troviamo le risposte e la nostra libertà.
Prima di concludere, vorrei consigliarti la lettura di questo libro che ho appena iniziato su come affrontare la propria oscurità, Illumina il tuo lato oscuro di Debbie Ford:
Scriverò una recensione non appena l’avrò terminato, ma per il momento vorrei condividere quest’estratto dal libro:
Nella mia oscurità si nasconde l’oro, nel mio cattivo comportamento si cela la luce, i traumi del passato coprono energia positiva.
Con questo libro, l’autrice ci dimostra che le nostre cosiddette debolezze potrebbero, in realtà, rivelarsi i nostri più grandi punti di forza e anche lo scopo per il quale siamo nati.
Grazie per avermi seguito e, se c’è un tema sul quale ti piacerebbe che scrivessi o hai domande sugli argomenti trattati, non esitare a scrivermi!
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